
La Sezione di Pisa festeggia:
Stefano Liberti ha esordito in SERIE A ieri sera 19 Maggio al "Renzo Barbera" nel posticipo dell'ultima di campionato che ha visto contrapporsi Palermo e Parma. Un successo enorme, un traguardo esaltante, una gioia per lui e per tutti i colleghi pisani, fieri ed orgogliosi di averlo come amico e come associato. Questo è il frutto di sacrifici, sudore, passione, impegno e delle capacità indiscusse di Stefano, Ingegnere Meccanico, che il prossimo 14 Agosto compirà 33 anni: fresco di promozione alla CAN B proprio in questa stagione sportiva, è riuscito a debuttare anche nella massima serie, coronando quindi il sogno che alimenta la passione per questo sport. Trattasi non di un arrivo, bensì di una prima tappa verso ulteriori e sempre più gratificanti traguardi che Stefano - siamo certi - riuscirà a raggiungere. Ci ha infatti abituato a grandi successi fin da quando, dopo il suo trasferimento a Pisa dalla Sezione di Catanzaro (dove è nato) e dopo la trafila delle categorie provinciali prima e regionali poi, riesce a transitare alle categorie nazionali ovvero nell'organico degli Arbitri a disposizione della CAN D nella stagione 2004/05, arbitrando gare dal coefficiente di difficoltà sempre più alto per ben quattro stagioni sportive, sfiorando il passaggio in categoria superiore.
Da qui la decisione di partecipare al corso di qualificazione per Assistente dell'Arbitro il 19 e 20 Luglio 2008, durante il quale dà il meglio di sé riuscendo ad essere inserito nell'organico degli Assistenti a disposizione della CAN PRO, dove si mette in luce nei quattro anni di permanenza dominando i campi nazionali dei professionisti. Per le grandi qualità e i meriti dimostrati viene promosso alla CAN B nello scorso Luglio 2012; qui sfoggia notevoli prestazioni che gli consentono di poter scendere per la prima volta in carriera su uno degli ambitissimi terreni di gioco della massima serie.
Stefano ha avuto molti riconoscimenti per il suo indiscusso valore, ed infatti per aver particolari doti tecniche e per aver dimostrato attaccamento alla classe arbitrale ed alla vita associativa sezionale vince il premio sezionale "A. Ibelli" nella stagione sportiva 2001/02; in seguito nella stagione 2007/08 si aggiudica il premio sezionale "R. Massai" “per essersi distinto nell’attività arbitrale, ed aver contribuito alla valorizzazione della propria Sezione, verso la quale ha espresso particolare dedizione”; ed infine nel 2009/10 - una volta presa in mano la bandierina - vince il premio sezionale "P. Helzel" per essersi distinto per doti tecniche e morali nel ruolo di Assistente dell'Arbitro.
Grande soddisfazione per la Sezione pisana dunque, che riesce ad annoverare tra le proprie fila un altro associato a così alti livelli dopo troppo tempo ormai: l'ultimo debutto di un pisano nella massima serie risale alla stagione 1974/75 quando Giancarlo Redini calcava per la prima volta da Arbitro un campo di Serie A, e prima di lui (gli Assistenti) Roberto Benvenuti, Renzo Santini, Giancarlo Cordoni, Rodolfo Perelli e Antonio Specchio negli anni 60/70/80, e prima ancora furono Luciano Pastechi negli anni 60 ed il grande Renzo Massai negli anni 50.
Stefano con questa splendida ulteriore occasione si conferma alfiere sezionale e scrive così un importante pezzo di storia della gloriosa Sezione pisana, che vanta una grande scuola di arbitraggio, arricchendone così la prestigiosa vetrina.
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Stefano, raccontaci pensieri ed emozioni del momento in cui hai saputo che sei stato designato per la tua prima nella massima serie:
Vuoto totale. Quando ho ricevuto la telefonata mi sono passati così tanti pensieri in testa che ho dovuto interrompere la chiamata col collega.
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Parlaci dei pensieri che hanno occupato la tua mente mentre calpestavi l'erba del "Renzo Barbera" per raggiungere il centro del campo per il saluto a centrocampo.
Il momento più emozionante è stato quando è arrivato il taxi in albergo. Avevamo appena finito il briefing con la "squadra" e mi sono reso conto che quello era il momento di andare a fare la gara. Ho caricato la valigia e mi sono seduto in macchina. In quel momento spesso cerchiamo la concentrazione. In questo caso guardavo la strada, guardavo i cartelli stradali che indicavano la direzione per lo stadio. Avevo sempre visto il "Barbera" in televisione e mi ricordavo la montagna dietro la curva; camminando per la strada cercavo di individuare la montagna in modo da capire quanta strada mancasse per lo stadio. Poi l'arrivo, il riscaldamento e l'attesa.
Quando siamo scesi in campo, ho cercato di mantenere la lucidità per godermi il momento dell'ingresso. Ci sono riuscito.
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Qual è, secondo te, l'aspetto che rende difficile l'attività dell'assistente in campo ad alti livelli e nei campi importanti, quali quelli che stai calcando?
Senza dubbio l'aspetto psicologico. Sapere che l'esito di una gara può dipendere da una tua decisione con i risvolti che ne conseguono ti mettono a dura prova.
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Qual è stato l'ostacolo e la sorpresa più grandi durante la giornata di domenica, se ce ne sono stati? Quali le sensazioni che hai provato una volta realizzato di far parte di tutto quello che ogni associato sogna fin dalla prima sera del corso Arbitri?
Credevo che l'ostacolo fosse l'emozione, la sorpresa più grande è stata rendermi conto che ero preparato a scrollarla via di dosso e fare la partita in modo naturale, come il sabato precedente. Le sensazioni provate sono difficili da spiegare a parole. Quando si ha la fortuna di fare la serie A poi ci si rende conto che si è preparati a farla. Quando fai il corso arbitri vedi la serie A come qualcosa di irraggiungibile.
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Nella tua carriera, come in quella di chiunque a qualunque livello, c'è stato un momento bello ed uno meno bello. Vuoi raccontarci quello che ricordi con più allegria e quello che invece è stato più sfortunato, dai quali sicuramente hai imparato qualcosa?
Il momento più bello credo sia l'ingresso al "Barbera", anche se ne ho vissuti tantissimi in questi anni. Non ricordo momenti meno belli, forse per colpa del mio carattere
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Qual è il segreto per arrivare in Serie A?
Non esiste un segreto. Anche perché se così fosse lo svelerei subito. Ci vuole fortuna innanzitutto. Poi sacrificio e passione. Ricordo che i miei amici i primi anni di università qui a Pisa vedendomi partire alle 6 del mattino con i mezzi pubblici per raggiungere posti impensabili per fare una gara di seconda categoria, e poi tornare la sera alle 9 mi chiedevano "Ma chi te lo fa fare?". Beh oggi una risposta ce l'avrei....
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A chi ti senti di dedicare questo prestigioso debutto e perché?
Due persone in particolare. Mio padre che passava le domeniche ad accompagnarmi in seconda categoria in Calabria. Poi Ludovica. Quanti fine settimana ha passato da sola... lei sola sa cosa ha fatto per me e non ho voglia di renderlo pubblico.
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Quali sono, adesso, gli obiettivi per il prossimo futuro?
Fare bene la prossima gara. L'obiettivo non può che essere questo.




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