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centesimA

 

 

E con quella di Domenica 5 Maggio u.s. sono cento le designazioni che il nostro associato Marco Landucci per le quali è stato incaricato di osservare ufficialmente Arbitri a disposizione della CAN A.

Un prestigiosissimo traguardo che premia le capacità ormai consolidate, il riconosciuto impegno e la consueta passione che fanno di Marco un esempio da seguire sia per Arbitri che per Osservatori.

Marco, oggi chimico industriale, ha iniziato la sua invidiabile e prestigiosa carriera arbitrando alle ore 09.00 dell'8 Dicembre 1974 la gara Olimpia - Scintilla sul campo di Putignano. Ha collezionato molte gare a livello regionale come Arbitro, fino a diventare Osservatore arbitrale il 1° Luglio 1991, e a disposizione dell'allora Commissione Regionale Arbitri Toscana nella stagione 1992/93 sotto la presidenza di Luciano Giunti, per poi meritare di essere proposto dall'allora presidente del CRA Toscana Vincenzo Fiorenza per l'inserimento nell'organico degli Osservatori della CAN D della stagione 1997/98. Transita poi nell'organico della categoria allora chiamata Can C nella stagione 2001/02. Il 13 Luglio 2006 diventa Osservatore della CAN A.

Dal 1994 (ad oggi) Consigliere Sezionale e per il periodo Luglio 2008/Giugno 2001 Vice Presidente Sezionale, è diventato Arbitro Benemerito il 15 Luglio 2008 sotto la presidenza dell'AIA di Cesare Gussoni.

Marco inoltre è stato insignito di vari premi tra i quali quello a carattere nazionale "V. Crimi" nel 2010/11 assegnato al miglior Osservatore Arbitrale a disposizione della CAN A, nel 1996/97 col premio regionale "A. Betti", col nostro premio sezionale "G. Giagnoni" nel 1991/92 assegnato all'Arbitro Benemerito o Fuori Quadro che si è maggiormente distinto nell'attività di Osservatore dell'Arbitro, e nel 1979/80 col premio sezionale "A. Ibelli" assegnato all'Arbitro Effettivo che ha evidenziato nei primi anni di attività particolari doti tecniche e morali, dimostrando attaccamento alla classe arbitrale ed alla vita associativa sezionale.

 

 

Di seguito una piccola intervista fatta a Marco per questa speciale occasione:


- Marco, intanto complimenti per questo traguardo, che dietro ad un numero racchiude in sé sacrifici, soddisfazioni, emozioni, e che rende orgoglioso ciascuno di noi per averti come associato.
E' la centesima in A. Una gara come le altre oppure no? Quali le emozioni che hai provato salendo in tribuna?
 

 

Il pensiero di essere arrivato a “100” partite correrà per qualche momento, al tempo trascorso, ai Colleghi conosciuti, alle amicizie consolidate negli anni, alle lontanissime visionature fatte sui campi di provincia e alle prime soddisfazioni. Questo prima dell’inizio della partita poi … massimo impegno per assicurare ai Colleghi in campo la mia completa attenzione ed un giudizio assolutamente obiettivo

 

- La CAN è il sogno di ogni Arbitro, assistente, osservatore, di chiunque sia nell'associazione, perché massimo traguardo, tutto ciò di più grande a cui aspirare. Ovviamente è stato anche il tuo. Ci racconti la tua prima in A? E a 100 gare di distanza, quali sono le sensazioni?
 

La prima partita in A è stata Siena-Messina in notturna il 14 ottobre 2006, arbitro Ayroldi di Molfetta, quarto ufficiale il nostro Carlo Marrocco. Designazione inaspettata perché ero stato appena promosso alla Can A-B ed ero solo alla terza gara in assoluto.

L’emozione di affrontare una gara del massimo campionato nazionale e valutare un Arbitro già affermato è stata forte ma soprattutto è stata determinante la voglia di essere all’altezza del compito assegnatomi.  Rammento inoltre con piacere che, sulla via di ritorno, Carlo, in ricordo di questa serata particolare, mi regalò la maglia che il  Siena gli aveva donato.

Oggi, dopo ben 7 anni in questo O.T., la determinazione di essere sempre all’altezza della mia funzione è imprescindibile, chiaramente l’esperienza, il contatto e la familiarità con l’ambiente e con i Colleghi che vado a visionare fa sì che ogni designazione sia vissuta con naturalezza, serenità e entusiasmo.

 

 

- Qual è il ricordo della tua carriera da osservatore o da Arbitro, che desideri raccontare per la sua particolarità o perché ti è rimasto nel cuore e nella mente più di altri?

 

Dopo 38 anni di tessera e innumerevoli gare sostenute, come Arbitro prima ed Osservatore poi, i ricordi sono tantissimi ma quello che mi piace sottolineare è che questa attività mi ha consentito di far nascere e poi consolidare conoscenze e amicizie con Colleghi che, a distanza di anni, ho rivisto in altre vesti ed in altri ruoli, lasciando sempre impresso, nel cuore e nella mente, il piacere ed il calore nel “rincontrarsi”.
 
 
- Qual è il segreto di tanto successo?


Nei fatti della vita in generale ed in particolare nella nostra Attività, quando si riesce a raggiungere un obiettivo, piccolo o grande che sia, non esiste, a mio giudizio, una formula ma è necessario una costante determinazione, molto sacrificio, soprattutto agli inizi e la voglia di non mollare quando qualche difficoltà o delusione, che sicuramente arrivano, possono mettere tutto in dubbio. Chiaramente anche un pizzico di buona sorte è necessaria ma anche la fortuna deve essere sempre aiutata con la ferrea volontà  e la coscienza di essersi impegnati sempre al massimo.
 
 
- Nella tua brillante carriera hai avuto vari responsabili di commissione che ti facevano capo o personaggi dell'associazione e non facenti parte di essa, di grande rilievo. Vuoi ringraziare, citare o raccontare del tuo rapporto con qualcuno di loro in modo particolare? Cosa ti hanno insegnato?

 

Sono convinto che dobbiamo sempre imparare da tutto e tutti, e per questo debbo ringraziare moltissime persone che mi hanno fatto crescere come uomo e come arbitro con consigli, raccomandazioni ma anche con l’esempio di comportamento e di sapienza tecnica. Quindi la lista è molto lunga, (con il rischio di dimenticare involontariamente qualcuno), dai miei  presidenti di Sezione, dai Vari Organi Tecnici con cui ho interagito, da tutti gli Arbitri che ho visionato e dai moltissimi colleghi, molti dei quali sono poi diventati anche amici, della nostra e di altre Sezioni.  


 
- Vuoi mandare un messaggio ai giovani Arbitri che calcano i campi di periferia e che sognano i grandi palcoscenici, quelli che abitualmente tu frequenti?

 

Più che un messaggio vorrei solo dire di impegnarsi sempre al massimo, cominciando da subito a curare anche i minimi particolari di cui si caratterizza la nostra vita arbitrale, dal mantenere sempre uno stretto rapporto di vita sezionale con i Colleghi più esperti per confrontarsi ed apprendere il più possibile, ma soprattutto di affrontare questa esperienza con la propria spontaneità, senza mai snaturarsi, e di non perdere mai di vista che tutto questo è anche puro divertimento.

 
 
- Qual è, secondo te, l'aspetto più difficile di una visionatura per un osservatore?

 

Innanzitutto, al di là della consapevolezza che il tuo giudizio è limitato a quanto il Collega ha dimostrato in quella gara, è il riuscire a “sbilanciarsi”, al vedere al di là della prestazione visionata,  per segnalare predisposizioni, attitudini e, talvolta, lacune strutturali . Una valutazione anonima e direi poco “coraggiosa” non serve molto all’Organo Tecnico per selezionare ed è di poco supporto all’Arbitro che, soprattutto, nelle categorie inferiori, non ha molte occasioni,  anche indipendenti dalla sua volontà, per dimostrare tutte le proprie capacità.

Nel colloquio di fine gara, inoltre, un Osservatore non deve mai dimenticare che si trova di fronte ad un Collega che, per 90 minuti e più sotto stress mentale e fisico, ha valutato e deciso, ed in pochi minuti si ritrova ad essere lui quello sotto esame. E’ un momento emotivo particolare da ben gestire ed affrontare soprattutto se la prestazione non è stata, purtroppo, positiva.

 
 
- Qual è l'obiettivo nell'immediato futuro?


Dopo che questa entusiasmante e gratificante esperienza nazionale sarà conclusa, di continuare ad impegnarmi nell’Associazione, dando un mio contributo, a partire già dal livello sezionale, come d’altra parte ho continuato sempre a fare, per essere di possibile supporto agli arbitri ed ai giovani osservatori che si affacciano in questo Ruolo molto impegnativo ed importante.  
 
 
 - Chi è Marco Landucci fuori dal mondo arbitrale?


Una persona con diversi affetti ed interessi che riempiono la vita: la famiglia, il lavoro, le amicizie, gli hobby e naturalmente, ai primissimi posti, l’arbitraggio fin dal lontano 1974.
 
 
 - C'è qualcuno a cui vuoi dedicare questo grandioso traguardo?


In primis a mia moglie Barbara che ha mi sempre supportato e sopportato nei molteplici impegni che contrassegnano il nostro mondo arbitrale e che mi fanno passare molto tempo libero lontano da casa.

E poi, naturalmente, a tutta la sezione di Pisa, dal mio presidente Carlo Fiaschi a tutti gli associati, giovani, tra cui mio figlio Federico, e meno giovani, che al momento si devono accontentare di un osservatore in serie A, in attesa di riavere un arbitro della sezione di Pisa nella  massima categoria. Da questo nasce anche l’auspicio che la mia esperienza possa essere di stimolo per i nostri ragazzi per raggiungere in futuro questo affascinante traguardo.


A Marco vanno i complimenti di tutti i colleghi pisani.

 

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