
Un lungo e scrosciante applauso, durante l’ultima RTO, ha accompagnato le parole del Presidente Carlo Fiaschi quando ha sottolineato che il momento più importante della serata erano i festeggiamenti per le Nozze D’Oro con la nostra Associazione dell’A.B.
Carlo Pampana.
“Il Presidente dell’A.I.A., per festeggiare i cinquanta anni di attività del nostro carissimo Associato, gli ha conferito un attestato di stima e di riconoscenza, che abbiamo ritenuto di dovergli consegnare, in occasione della prima Riunione Tecnica della “Sua”, della nostra Sezione.
Da parte della Sezione una targa ricordo a testimonianza del nostro affetto e gratitudine.” Queste le parole del Presidente Fiaschi per evidenziare l’importanza dell’evento.
Di seguito un brevissimo profilo del festeggiato ed a seguire un’intervista che, dopo qualche insistenza, siamo riusciti a strappargli.
Carlo debutta come Arbitro il 28 Aprile 1963 (aveva sostenuto con esito positivo gli esami per diventare “Aspirante Arbitro” il 13 Febbraio dello stesso anno), dirigendo al mitico campo sportivo “Abetone” di Pisa la gara: Audax Arno – San Piero a Grado, valevole per la Coppa “Mosti”.
Intraprende l’attività arbitrale quasi per caso: capita in Sezione in via Flaminio dal Borgo (traversa di via San Martino) e gli piace subito l’ambiente. Sospinto dalla curiosità e sostenuto da alcuni amici (Bendinelli e Lomi in primis) decide di partecipare al corso.
Il giovane Pampana raccoglie unanimi consensi immediatamente: svolge l’attività con passione, tenacia e, da subito, diventa un assiduo frequentatore della Sezione ed animatore di tutte le iniziative che il Presidente Ivo Pucciarelli organizza.
Segue intelligentemente il lavoro dei colleghi “anziani”, riuscendo a carpire da questi tutti quegli accorgimenti necessari al fine di assicurare alla gara la massima regolarità di svolgimento, non tralasciando di imprimere alla stessa il tocco della propria spiccata personalità arbitrale.
Dopo un’intensa e qualificata attività svolta in campo regionale, approda prima all’Interregionale e, al termine della stagione sportiva 1970/71, in Serie “D” (Premio regionale “Tovani” 1970/71) e, successivamente, alla C.A.N. (A – B – C); Premio sezionale “Renzo Massai 1976/77.
Una volta attaccato il fischietto al chiodo, si dedica completamente ai ragazzi della Sezione, rivestendo, tra l’altro, la carica di Vice Presidente per moltissimi anni, sotto le Presidenze di Moreno Volpi, Michele D’Alascio e Carlo Fiaschi; Premio sezionale “Ivo Pucciarelli” 2001/02.
Vitalità prorompente; mordace, pungente spirito di osservazione; spirito ribelle per eccellenza, sempre pronto alla battuta ed alla frecciata sarcastica; vis polemica senza pari che, a volte, solo in nome di una vecchia, sincera ed affettuosa amicizia e anche di una sentita riconoscenza, riusciamo a perdonare.
Sono trascorsi cinquanta anni e Carlo è rimasto (quasi…..!) sempre lo stesso: un amore viscerale, a tratti sfrenato, senza limiti per la nostra Sezione, per i nostri ragazzi e anche per questo gli vogliamo un gran bene.

A Carlo abbiamo posto alcune domande sulla sua esperienza nell’AIA e sulla vita Sezionale:
Lo spirito associativo negli anni è cambiato quali gli elementi che ancora li accomunano?
Il rapporto umano tra gli Associati, è un elemento che ancora accomuna ed è il legante che tiene unito il nostro mondo. Personalmente ancora oggi curo i rapporti con i miei ex-colleghi delle categorie nazionali. A tal proposito il prossimo fine settimana ci troviamo a Roma, siamo quasi una quarantina di ex nazionali che negli anni sono diventati Amici non solo per ricordare i tempi passati ma anche per parlare di arbitraggio e di Arbitri nel nuovo contesto dell’A.I.A.
Il tuo punto di vista sull’evoluzione del mondo arbitrale in questo lungo periodo?
Lo spartiacque credo sia stato il professionismo arbitrale, ai miei tempi ci divertivamo molto, oggi a volte ho l’impressione che si divertono di meno. Di calcio e per l’arbitraggio si vive sette giorni su sette, i colleghi siano essi Arbitri od Assistenti, sono continuamente sottoposti ad uno stress mediatico non indifferente. L’impegno che a loro viene chiesto da parte degli OO.TT.NN è enorme, tra raduni ed incontri si vedono decine di volte durante una stagione sportiva in cui le loro prestazioni vengono vivisezionate, per ridurre i margini di errore.
Il nome di un Dirigente e di un Arbitro che hanno segnato la tua esperienza in Sezione?
Come Dirigente sicuramente Ivo Pucciarelli, il “Presidentissimo”, personalità carismatica di spicco ben al di sopra della media, una leadership indiscutibile. Come Arbitro Pietro Helzel, grande conoscitore del regolamento e una visione dell’Arbitraggio, inusuale per quei tempi, cui siamo giunti molti anni dopo. Una visione “tedesca” nel vivere l’arbitraggio.
A consuntivo di questi primi 50 anni cosa ti porta a vivere in modo totalizzante la Sezione?
Il mio motto è: ”dedizione totale alla Sezione ed agli Arbitri”. La passione è stata ed è tuttora il filo conduttore di tutti questi anni. Iniziai giovanissimo a lavorare per la ristrutturazione della Sezione in Via San Martino ed ancora oggi dopo 50 anni mi sono impegnato nei lavori di ristrutturazione della nuova sede. Quando fui dismesso dalla CAN (A-B-C) da diversi Dirigenti di allora, fui invitato a transitare nel ruolo dei “guardalinee”, gli attuali Assistenti Arbitrali, la mia scelta di allora cosa di cui non mi sono mai pentito, fu quella di lavorare per gli Arbitri della mia Sezione e mettermi a loro completa disposizione.
Un tuo consiglio ai giovani Arbitri?
Impegnarsi con tanto spirito di sacrificio per raggiungere gli scopi prefissati. Mai lasciarsi prendere dallo sconforto per una prestazione negativa ma dall’analisi della stessa trovare gli spunti per un riscatto immediato.
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